La gloriosa storia delle insegne al neon in Urss (FOTO)

Ivan Shagin/Evgenij Umnov/MAMM/MDF
Ivan Shagin/Evgenij Umnov/MAMM/MDF
Diffuse sin dagli anni Trenta, fu negli anni Sessanta che iniziò il loro boom. Le città sovietiche si illuminarono, tra slogan politici, insegne stradali e pubblicità

La prima insegna al neon al mondo apparve nel 1911: la nuova tecnologia fu inventata e brevettata dal francese Georges Claude. Il neon nei tubi a scarica di gas emetteva una luce intensa ed elegante e la sua luminescenza veniva utilizzata principalmente per la pubblicità. 

In Urss, le prime insegne di questo tipo apparvero negli anni Trenta. Il neon era chiamato dai sovietici “gazosvet” (letteralmente “luce a gas”) e a Mosca fu organizzata un’intera fabbrica dedicata alla produzione di vere e proprie opere artistiche luminose.

In primo luogo, la brillante luce del neon veniva utilizzata per la propaganda. Ad esempio, frasi come “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!” furono illuminate nel 1937, in occasione del ventesimo anniversario della Rivoluzione, proprio al neon. Mosca, Teatro Bolshoj

Emmanuil Evzerizhin/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Emmanuil Evzerizhin/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Nel 1958, sempre in occasione dell’anniversario della Rivoluzione, veniva invece proclamata con queste luci la “gloria al popolo sovietico”.

TASS
TASS

Le lampade al neon, però, erano usate anche per le insegne stradali, che illuminavano i nomi di enti importanti, nonché di ristoranti, negozi e molto altro. Nella foto, il bar “Druzhba” in via Petrovka, a Mosca, nel 1957.

Evgenij Umnov/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Evgenij Umnov/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Il vero boom ebbe però inizio negli anni Sessanta. La foto mostra una fase di sperimentazione dei tubi al neon utilizzati per le insegne pubblicitarie luminose della città.

Valery Gende-Rote, Mark Redkin/TASS
Valery Gende-Rote, Mark Redkin/TASS

Le pubblicità al neon iniziarono ad apparire gradualmente. Una delle prime fu quella degli aerei di linea Tupolev con lo slogan “Bystro Udobno Vygodno” (ovvero “Veloce, Comodo, Conveniente”) sull’hotel Metropol di Mosca.

Emmanuil Evzerizhin/TASS/Museo di Mosca
Emmanuil Evzerizhin/TASS/Museo di Mosca

La ripresa del Dopoguerra, il Disgelo in politica, le nuove mode e le insegne al neon formarono lo strato culturale ed estetico degli anni Sessanta.

Valentin Khukhlaev/Archivio di Valentin Khukhlaev/Galleria Lumiere
Valentin Khukhlaev/Archivio di Valentin Khukhlaev/Galleria Lumiere

Perfino una piccola edicola del “Sojuzpechat”, organo statale per la distribuzione di periodici, splendeva di luce intensa nel 1961.

Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Proprio come i botteghini dei teatri in quello stesso anno.

Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Che dire poi dei grandi negozi come “Sintetika” sul Corso Komsomolskij nella Mosca degli anni Sessanta?

Ivan Shagin/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Ivan Shagin/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Era elegantemente illuminato anche il cinema “Mossovet”, a Mosca.

Valentin Sobolev/TASS
Valentin Sobolev/TASS

Le lettere luminose “МОСКВА” (“MOSKVÁ, cioè MOSCA in russo) coronavano l’aeroporto cittadino di Vnukovo nel 1964.

Evgenij Umnov/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Evgenij Umnov/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

La parola “ПРАВДА” (“PRAVDA”), invece, splendeva sul tetto della casa editrice e della tipografia dell’omonimo giornale, nel 1977.

Valentin Khukhlaev/Archivio di Valentin Khukhlaev/Galleria Lumiere
Valentin Khukhlaev/Archivio di Valentin Khukhlaev/Galleria Lumiere

Brillava anche la capitale settentrionale Leningrado (oggi San Pietroburgo), con una moltitudine di insegne sulla Prospettiva Nevskij (nella foto nel 1966).

Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Negli anni Sessanta anche le serate più buie e tristi erano luminose come il giorno e si poteva ingannare l’attesa in coda ammirando, ad esempio, l’insegna del bar e ristorante “Neva”.

Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Le altre città dell’Unione Sovietica non rimasero indietro e, anzi, molte loro vecchie insegne sono sopravvissute fino a oggi! Ecco, ad esempio, il centro commerciale “Dom Torgovli” di Murmansk, sul Corso Lenin, nel 1985.

Semyon Maisterman/TASS
Semyon Maisterman/TASS

Il negozio di calzature “Zhenskaja obuv” a Stalingrado (l’attuale Volgograd) nel 1961.

Autore sconosciuto/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Autore sconosciuto/MAMM/MDF/russiainphoto.ru

Il bar “Ogonjok” in via Lenina a Penza nel 1967: oggi definiremmo questo stile rétro, ma allora era al passo con la moda.

Nikolaj Akimov/TASS
Nikolaj Akimov/TASS

L’edificio del Grande Magazzino Universale Centrale illumina la Perm invernale nel 1972.

Evgenij Zagulyaev/TASS
Evgenij Zagulyaev/TASS

Le insegne di un negozio di alimentari, di un teatro, di un negozio di vestiti e altre attività a Vladivostok, in Via Lenin (oggi Svetlanskaja), nel 1970.

Yurij Somov/Sputnik
Yurij Somov/Sputnik

L’ingresso della stazione e del porto illuminati con i neon, a Vladivostok, nel 1973.

Mikhail Kukhtarev/Sputnik
Mikhail Kukhtarev/Sputnik

L’hotel “Leningrad”, ribattezzato ormai da tempo, risplende nella città balneare di Sochi nel 1971.

Vsevolod Tarasevich/Sputnik
Vsevolod Tarasevich/Sputnik

“Uralskie Pelmeni”, ristorante e cocktail bar di culto di Cheljabinsk, nel 1980.

Vitalij Saveliev/Sputnik
Vitalij Saveliev/Sputnik

Le luci dei neon illuminavano anche altri luoghi e città dell’Unione Sovietica, come il cinema “Vatan” ad Ashhabat (capitale dell’allora Repubblica Socialista Sovietica Turkmena).

Yurij Kaplun/Sputnik
Yurij Kaplun/Sputnik

A Minsk (Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa) le insegne al neon segnalavano gli attraversamenti pedonali.

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Così, invece, brillava la parte più centrale della città di Leninakan (l’attuale Gyumri, in Armenia).

Shidlovskij/Sputnik
Shidlovskij/Sputnik

Un altro esempio è questo edificio amministrativo ad Alma-Ata (oggi: Almaty), allora capitale della Repubblica Socialista Sovietica Kazaka.

Yurij Kuydin/Sputnik
Yurij Kuydin/Sputnik

LEGGI ANCHE: La pubblicità nella Russia comunista: un paradosso possibile 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese
<